Le Creste

Un ardito giro in quota sospesi tra i paesi e le montagne

DA IMMERGERSI
Nel suggestivo paesaggio tipicamente alpino, che diventa sempre più aspro e aereo, a poca distanza dai paesi della Valbelluna.

Il percorso è per escursionisti esperti, richiede buon allenamento ed assenza di vertigini, passo sicuro per alcuni passaggi molto esposti e scivolosi. Sono vivamente consigliati chiodi da tacco o ramponcini.
La partenza è prevista dallo Staol del Doro, luogo da dove inizia anche la variante per il monte Sperone. Dal parcheggio ci si dirige a ovest per pochi metri, a destra si imbocca l’ampio sentiero che sale verso il monte Sperone(tabella), sino ad un bivio con indicazione a sinistra “Croce di Susin” con freccia arancione
su tabella. Si segue il sentiero mantenendosi sulla sinistra seguendo i segnavia arancioni.
A quota 945 m circa si trova, sulla sinistra, il sentiero di rientro con cui si chiude l’anello.
Si prosegue sulla traccia principale, sempre seguendo i bollini arancioni. Si arriva in un ampio prato pendente che va attraversato in salita, per rientrare poi nel bosco. Qui la salita si fa più ripida fino ad un ampio promontorio da dove l’occhio può spaziare dalle creste alla più ampia Valbelluna. Il sentiero aumenta ora
di pendenza sino a giungere al primo passaggio impegnativo su un salto di roccia. Si continua con massima attenzione durante i successivi passi sempre per la forte pendenza.
La salita alterna brevi tratti più morbidi ad altri più ripidi, fino a giungere sul limite di cresta, da dove si può ammirare la sottostante Val delle Pelade, la Val Falcina, il lago del Mis ed i meravigliosi ed impervi Monti del Sole. Si prosegue ora in direzione ovest, riprendendo fiato per poco in quanto, dopo alcuni tornanti, si trova ancora uno sperone di roccia dove è necessaria la massima attenzione per superare una serie di ripidi passaggi in cresta verso la croce lignea ormai visibile. Dopo un breve tratto pianeggiante, si arriva a un ulteriore sperone roccioso esposto da superare, prima di giungere, sempre seguendo la linea di cresta che sale all’ambita meta, la Croce di Susin. Il panorama si apre sulle vicine Forche, sul Pizzocco e su tutta la sinistra orografica della
val Falcina. Dopo una sosta ristoratrice e dopo aver lasciato un pensiero sul libro di vetta, si riprende l’escursione abbassandosi verso la sottostante sella, parte terminale della Val delle Pelade. Per attraversare la cresta è necessario abbassarsi leggermente lungo il ripido prato e scendere in diagonale aiutandosi con
i rami di pino mugo molto comodi allo scopo. Scesi alla sella, si attacca il ripido tracciato che risale l’ampio sperone roccioso che viene attraversato completamente a nord, riconquistando ancora la cresta, per proseguire poi con tratti più o meno ripidi fino al punto di massima altezza (1482 m).
Con vari saliscendi si attraversa tutto il crinale delle Forche fino ad arrivare all’indicazione della via di rientro (Tabella). Vista la particolare pendenza e scivolosità, è assolutamente sconsigliato uscire dal tracciato! Proseguendo invece lungo la linea di cresta, si può raggiungere in pochi minuti la Croce Visentini,
senza particolari fatiche. La Croce è stata realizzata su di un ardito sperone di roccia in memoria di Pino Visentini, che ha perso la sua giovane vita nell’alta Val Spessina il 15 novembre 1970. Ai piedi della croce è presente un capitello commemorativo. Ritornando sui propri passi, si riprende il sentiero per il rientro
come indicato, facendo la massima attenzione. Raggiunta la base delle Forche, in fondo al prato, il sentiero gira verso ovest puntando una piccola sella da dove la traccia diviene meno ardita e la discesa si fa più piacevole. Seguendo la segnaletica arancione si giunge ad un bivio dove il sentiero volge per un breve
tratto ad est in discesa. Giunti al “Cargador de Maras” a quota 1060 m circa, si abbandona la traccia più evidente che prosegue in discesa, per proseguire in quota verso est, lungo percorso indicato con bollini arancioni. Anche qui va sempre posta attenzione viste le frequenti insidie del terreno. Si arriva così in
breve alla località Cargador dei Rossi, ampio spiazzo ricavato a fatica dall’uomo per portare a valle fieno e legname. Riguadagnando un po’ di quota si supera il Cogol dei Rossi, anfratto roccioso utilizzato in passato come ricovero durante i lavori estivi in quota. Di qui ancora un breve tratto in salita per avviarsi poi in
discesa (sempre segnalata con bolli arancioni) sino alla località Ai Pin da dove, proseguendo con sempre minore pendenza e comodo sentiero,si arriva ad incontrare la via di salita per ritornare poi in breve allo Staol del Doro.



Mappa GPX



Profilo altimetrico



Dati dell'itinerario

Lunghezza

6,5 Km

Durata

4 h

Dislivello

760m D+

Discesa


Difficoltà



Difficoltà EE

Sentiero per escursionisti esperti.


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