About


Il cammino sospirolese é un’idea del CSMS (Centro Studi Montagna Sospirolese). Nasce con lo scopo di valorizzare il nostro territorio. Sull’esperienza maturata in questi anni di attività abbiamo pensato ad un percorso che “unisca” tra loro i sentieri che manteniamo vivi e le unicità e risorse di Sospirolo. Ci rifacciamo, declinandolo sulle nostre dimensioni, ai più noti cammini italiani.

Descrizione cammino

Il Cammino Sospirolese ha una lunghezza di circa 35 Km, escluse le varianti, e un dislivello positivo di 1700m. Non richiede particolare equipaggiamento se non quello tipico da escursionismo; scarpe da trekking comode, indumenti adatti alla stagione in cui si decide di percorrerlo, acqua e cibo in base alla programmazione delle tappe che avete pensato. Appositamente non abbiamo messo tempi di percorrenza o tappe programmate; il viandante può organizzarsi come meglio crede, inserendo a suo piacimento anche le numerose varianti proposte. Lungo il cammino c’è la storia di una comunità, quella Sospirolese, che è passata da una società completamente legata all’agricoltura e all’allevamento, all’era moderna dove, della terra e del bosco si ha apparentemente meno bisogno. Nel mezzo ci sono state due guerre, in particolare la prima, e anni di emigrazione. Il segno del passato rurale è sempre meno presente, ma qualcosa c’è ancora ed è per questo che invitiamo l’escursionista appassionato a cercarne le tracce.

Nella cartina pieghevole allegata al libretto il Cammino principale è indicato con linea continua.

Dall’ampio parcheggio degli impianti sportivi di Gron, si intravede l’inizio del cammino indicato dal segnavia (INSERIRE IMMAGINE SEGNAVIA DALLA CARTELLA FOTO) oltre a tabelle direzionali, che ci accompagnerà lungo tutto il percorso. Si parte immergendoci negli ampi prati, per lo più coltivati, che caratterizzano questa prima parte del percorso, fino a fiancheggiare un insediamento agricolo per l’allevamento del bestiame. Poco oltre, in prossimità dell’antica Villa Bacchetti, si prosegue per strada asfaltata sulla destra lungo il percorso Catullo. La strada asfaltata si inoltra nel bosco con un andamento piacevole fino a due incroci consecutivi, sul primo si resta sulla principale mentre sul secondo si seguono le indicazioni a destra. Successivamente si lascia la strada asfaltata per entrare, a sinistra, su un sentiero pianeggiante che ci porta, dopo un breve tratto nuovamente su strada asfaltata, ad iniziare la discesa di avvicinamento al Torrente Cordevole. Ora si costeggia il fiume su largo sentiero in terra battuta e si intravedono gli edifici della località SassMuss, ove un tempo funzionavano una centrale idroelettrica e una fabbrica di ammoniaca, i cui stabilimenti sono stati recuperati e destinati ad altre attività. Il ponte alla nostra destra, sul quale non passeremo, detto “delle Tappole”, attraversa il Cordevole e collega SassMuss a Roe Alte in comune di Sedico. Poco oltre, delle strutture più moderne ospitano un piccolo centro artigianale. Si prosegue ora per breve tratto in leggera ascesa in direzione N/E lungo la strada che si abbandona andando bruscamente a sinistra dopo essere usciti dall’area. Affrontiamo ora una breve salita in loc. Ai Bitti, dove la stradina diventa pianeggiante, passa tra due case private e si trasforma in percorso sterrato tra le Masiere, con belle visioni sulle montagne del comprensorio. Si abbandona la stradina sterrata volgendo a destra inizialmente tra la vegetazione. Poco oltre si presentano le alture delle Masiere, modeste nelle altezze, quasi prive di vegetazione, con sassi, piante di ginepro e tappeti di erica. Qui l’occhio può impossessarsi di maggiori spazi. Si procede a saliscendi, con frequenti svolte. Si trascurano due sentieri che provengono da sinistra, si incontra un ex lavatoio seminascosto dalla boscaglia e poi una casa isolata in un’oasi prativa. Si prende a destra affiancando ad una certa distanza il fabbricato e per sentiero nel bosco fitto si raggiunge nuovamente una carrareccia che si segue sempre a destra, fino a raggiungere la strada asfaltata in discesa dove è possibile osservare i resti di antiche fornaci. Si risale poco dopo sulla destra recuperando leggermente quota su un sentiero un tempo occupato dai binari provenienti dalle vicine cave utilizzati per il trasporto del materiale alle fornaci. Seguendo la traccia ben evidente si raggiunge un complesso residenziale di recente costruzione, lo si oltrepassa raggiungendo la strada asfaltata che verrà percorsa attraverso il borgo fino alla strada provinciale e oltre, seguendo la direzione Torbe. Giunti alla fine della salita in loc. Forzela, si lascia la strada asfaltata e si prende a destra sul sentiero Segato. Si costeggia una zona prativa che consente di spaziare con lo sguardo verso le Dolomiti. Ora si prende a salire fino ad una fontana e un bivio a sinistra, ad incontrare dopo breve tratto una stradina asfaltata. Si prende ancora a sinistra, fiancheggiando un rustico, e poi, in corrispondenza di una seconda casa, si abbandona la strada asfaltata entrando su un sentiero sulla destra e passando sotto un grande masso. Si trascura una stradina privata alla nostra destra e si prosegue per sentiero in modesta salita ad incontrare una stradina inerbata pianeggiante e il percorso denominato “Le Masiere” con cui condividiamo un tratto. Qui è possibile una prima deviazione per visitare il Lago di Vedana illustrato nel dettaglio nelle pagine successive. Ad un bivio si prosegue sulla destra e poi, al limite della vegetazione, si lascia il sentiero “Le Masiere”. Prima di proseguire per stradina asfaltata fino a raggiungere le case di Pra Vedana, vale la pena fare una seconda breve deviazione seguendo il tracciato del sentiero “Le Masiere” fino a località Belvedere dove lo sguardo può nuovamente spaziare sulle Dolomiti e la Certosa di Vedana, con l’ausilio di un pannello che illustra l’orizzonte visibile. Ritornati sui nostri passi, dalla località Belvedere si raggiunge la strada Mas–Mis, la segue per circa 50 metri per rientrare su sentiero sulla destra in corrispondenza di un piccolo parcheggio. Si prosegue ora lungo gli argini del Torrente Cordevole fino a raggiungere dapprima una passerella che attraversa il torrente e poi sempre attraverso ampi prati la località di San Gottardo.

Il piccolo santuario posto al centro dell’abitato emana spiritualità e suggestione; situato su di un’altura all’imbocco della Valle del Cordevole, accoglieva, con l’attiguo ospizio, viandanti e pellegrini provenienti da tutta Europa. Attualmente la chiesa è dedicata a San Gottardo, monaco benedettino particolarmente venerato nei paesi di lingua tedesca. Interessante notare che, in epoca medievale, questi territori, attraversati da frequentate vie di transito, risentirono di significative influenze culturali e artistiche nordiche. Proprio il passaggio dell’importante via di comunicazione che collegava la pianura veneta con l’Impero austriaco favorì la nascita degli ospizi della Val Cordevole, ed è comprensibile che uno di essi sia dedicato a San Gottardo, fondatore di strutture ospitaliere. Da qui si diparte la prima delle varianti al Cammino Sospirolese verso località ai Salet, alla quale è dedicata una pagina più avanti. Riprendiamo il nostro cammino con direzione Nord/Ovest prendendo a destra il sentiero Olivo Troian che, in leggera salita costeggia le mura perimetrali dell’antica Certosa di Vedana, descritta in dettaglio nelle pagine seguenti. Sempre nel bosco si raggiunge un primo bivio, proseguiamo su carrareccia a destra in salita fino ad un secondo bivio che lasciamo a sinistra mantenendo la destra. Si prosegue su tratto di mulattiera che si trasforma in sentiero che sale ripido fino a raggiungere località Prà de la Costa e poco dopo, la ex casera di Olivo Troian, ora detta di Alfonsino. Qui lo sguardo si apre su gran parte della Val Belluna e sulle creste terminali delle Vette Feltrine, che si concludono sul monte Sperone. Siamo sulle pendici del Piz Vedana, sui confini meridionali dei Monti del Sole, gruppo montuoso di straordinaria bellezza. Dopo una pausa corroborante il cammino può riprendere in direzione dei fili della teleferica. Superata la pianeggiante aia davanti all’edificio, si rientra nel bosco (da notare su questo tratto un belvedere sulla Certosa). La traccia ora si fa più stretta, e per un breve tratto abbastanza esposta, dopo alcuni saliscendi su carrabile inizia più decisa la discesa fino al pianeggiante abitato delle Rosse. Qui si può approfittare di una breve sosta sulle panchine adiacenti la fontana. Da qui parte un’altra variante al Cammino che ci conduce a Casera Nusieda, alla quale è dedicata una pagina più avanti. Riprendiamo ora il cammino su strada asfaltata in salita fino a prendere a sinistra il primo bivio poco distante. In falso piano e poi in decisa discesa sempre su strada asfaltata si percorrono alcuni tornanti fino a rientrare su sentiero alla propria sinistra dopo aver superato una prima fontana. La discesa prosegue nel bosco fino ad incrociare (seconda fontana) il tracciato della vecchia strada che da Regolanova conduceva un tempo in Valle del Mis. Qui è possibile una breve variante a destra con salita alla chiesetta di Santa Giuliana, venerata dagli abitanti della frazione di Mis. Rientrati dalla variante si prosegue in discesa su comodo sentiero fino ad entrare su strada asfaltata dove seguendola verso destra in discesa si raggiunge e attraversa il ponte sul Torrente Mis. Una volta attraversato si prosegue in piano per raggiungere il centro dell’abitato di Mis dove sono presenti un panificio e una locanda. Prendendo la strada asfaltata che sale a destra proprio fra questi due edifici, si raggiunge un primo bivio dove si prende sempre a destra la discesa che ci riavvicina al ponte sul Torrente Mis. Da qui, prima del ponte, si svolta decisamente a sinistra e poi subito a destra tra le case, prima su strada asfaltata e poi su carrareccia in salita, prima modesta, poi più decisa entrando nel bosco. Qui si percorre una vecchia mulattiera che conduce ad alcune case e poco sopra appare sulla destra la chiesa di San Michele santo patrono della località Pascoli, dove si attraversa la strada provinciale che conduce in Valle del Mis. Da qui possiamo raggiungere ben quattro varianti site in Valle del Mis alle quali sono dedicate delle pagine più avanti. Si prosegue entrando nell’abitato sempre in salita, attraversando alcuni tratti su asfalto e altri su carrareccia. Si raggiunge così la vecchia strada che conduceva sempre in Valle del Mis, una volta attraversatala si entra nuovamente su sentiero (sbarra), in parte su prato ed in parte su bosco. Un breve tratto sopra un muro a secco ci permette di aprire lo sguardo su parte della Valbelluna, poi il sentiero riprende la salita fino a condurci alla località Tonet. Siamo ora ai piedi del monte Sperone che appare sopra di noi assai ripido. Lasciato un breve tratto di strada asfaltata si prende a sinistra su sentiero verso casere ai Selle e Iosa per entrare poi a destra su mulattiera (anello blu), un tempo molto frequentata, lungo la quale si attraversano vecchi insediamenti per lo più abbandonati e si costeggiano lungamente degli interessanti muri a secco che hanno resistito al trascorrere degli anni. La nostra salita termina sulla strada tagliafuoco di recente costruzione, dove ci permettiamo una breve divagazione a destra verso costa Peramula, con splendida ed esclusiva vista sul lago del Mis ed i Monti del sole. Ritornati sui nostri passi a ritroso proseguiamo lungo la strada tagliafuoco a saliscendi approfittando del panorama verso la Valbelluna. Giunti al termine della tagliafuoco si incrocia una nuova mulattiera che sale a destra e la si segue parte su asfalto e parte su terra battuta, fino a raggiungere un ampio parcheggio in località Staol del Doro. Prendiamo la mulattiera pianeggiante di fronte a noi. Pochi metri ed incrociamo a destra l’inizio di due varianti al Cammino che prevedono la salita al Monte Sperone (anello blu) e il giro delle creste o Croci (anello arancione), entrambi sentieri impegnativi ai quali dedichiamo delle pagine più avanti. Noi proseguiamo sul nostro cammino in falso piano fino ad intravedere alcune opere di acquedotto cementizie alle sorgenti del torrente Aldega. Qui il nostro cammino prosegue sulla destra (anello rosso), in alternativa però è data la possibilità all’escursionista dotato di tenda di proseguire per il sentiero principale, attraversare le opere acquedottistiche e giungere in pochi minuti alla località La Mandra dove è possibile, nel rispetto assoluto dell’ambiente, piantare la tenda per campeggiare. Qui è fatto divieto assoluto di entrare nella vecchia malga abbandonata costituita da due edifici in quanto li stessi sono pericolanti. Ritorniamo verso l’acquedotto, prendiamo il bivio alla nostra sinistra e subito ancora a destra per entrare su un bel sentiero che attraversa una vecchia frana ora consolidata. Questo sale lungo traccia evidente, con tratti a diversa pendenza, fino al bivio per Le Forche, dove si prosegue a sinistra per stretto sentiero pianeggiante fino ad attraversare  il Valon, sede di una slavina fino a primavera inoltrata. Da qui in breve si giunge ai prati delle Carpenade (1106 m.), un tempo molto più estesi e regolarmente sfalciati, punto più alto del Cammino Sospirolese escluse le varianti. Sulla cima delle Carpenade è possibile intravedere, maestoso, il Sas de la Roncheta. Continuando sui nostri passi si attraversa completamente il prato su traccia quasi pianeggiante, fino a raggiungere uno scosceso passaggio mediamente esposto, che porta in breve al Cogol dei Vanas. Da qui si prosegue per un lungo tratto in discesa sempre evidente, si attraversa una seconda slavina, e si giunge al Crocefisso in località Berc. Poco sotto si piega a sinistra lungo la dorsale denominata Cresta del Gal, fino ad un successivo bivio da prendere decisamente a destra. Qui siamo sull’Anello Verde. Il sentiero, sempre nel bosco, avanza con piacevoli saliscendi alternando tratti più stretti a tratti più larghi a dimostrare come un tempo la zona fosse molto frequentata principalmente per coltivazioni e allevamento. Si giunge così su ampia radura con tagli boschivi recenti denominata Col di Fioc. Da qui sulla destra parte evidente e ben marcata la traccia che ci conduce ad un’altra variante al Cammino, quella del Monte Fornel, che rappresenta il punto più alto dell’intera proposta escursionistica e alla quale dedicheremo una pagina più avanti. Sempre da questa località è possibile una piacevole variante al rifugio Ere, che offre, nel periodo di apertura, un’ottima cucina e la possibilità di alloggio. Se si prosegue in direzione rifugio Ere si trova anche dopo pochi minuti la cascata del Torrente Brentaz; anche di questa variante se ne parlerà nelle pagine successive. Dal quadrivio a Col di Fioc, proprio di fronte alle indicazioni per il Monte Fornel, inizia la discesa (Anello Verde) a sinistra attraverso il bosco. Il sentiero scende abbastanza ripido, a tratti all’interno di una piccola trincea, pertanto nei periodi particolarmente piovosi può risultare scivoloso. Si raggiunge così una strada in cemento fino a riprendere, dopo un tornante sempre in discesa, una mulattiera con una svolta decisa sulla sinistra. Si incontrano alcune baite che si lasciano sulla sinistra e si arriva alla località denominata Privato, dal nome di colui che per tanti anni ha abitato questi luoghi. Si prosegue sulla destra sempre nel bosco fino ad incrociare una mulattiera sconnessa sulla quale si prosegue a sinistra. Terminata la mulattiera sconnessa si entra su strada asfaltata e la si risale per alcuni metri a sinistra, per rientrare poi su sentiero pianeggiante verso destra. Qui ci si avvicina al percorso di una vecchia pista di Motocross molto usata negli anni 70, ora abbandonata. La si percorre in parte su viale pianeggiante per poi riprendere la discesa sulla destra e, con alcuni tornanti raggiungiamo una radura boschiva dove pieghiamo a sinistra verso una zona prativa che ci conduce alla strada asfaltata comunale. Qui si prosegue sulla sinistra in falso piano e si raggiunge prima la chiesa di San Biagio, poi Villa Sandi Zasso e un interessante orto botanico. Siamo in località Moldoi.

Lasciata la corte della villa alla nostra destra, si prosegue su ampia mulattiera che risale a sinistra e poco dopo, lungo un tratto piano si arriva al sito (presente un pannello informativo) dove negli anni cinquanta del secolo scorso fu ritrovata la sepoltura di un nobile cavaliere Longobardo. Il nostro percorso prosegue in comoda salita fino a costeggiare un prato in buona parte coltivato. Poco oltre si trova un grande caseggiato, classico esempio di edilizia rurale Bellunese. Lo si lascia sulla sinistra (anello bianco) e si rientra nel bosco con svolta decisa sulla destra. Costeggiamo due lunghi muri a secco, molto frequenti in questa zona; servivano a delimitare le proprietà e nel contempo permettevano di dissodare il terreno per poterlo coltivare. Poco oltre (Fontana) si prosegue sulla destra in leggera discesa sempre in mezzo al bosco e sempre accompagnati da muretti di confine fino ad incrociare una strada asfaltata che si risale a sinistra per breve tratto per poi rientrare su sentiero sulla destra. Si prosegue in salita fino a giungere ad un bivio dal quale si scende sulla destra e poco oltre si raggiunge un’ampia mulattiera (Anello Rosso) che sale dalla frazione di Maras, ancora utilizzata per la cura del bosco. Si scende lungo la mulattiera costeggiando il torrente Aldega fino a raggiungere la strada provinciale nella frazione di Maras. A questo punto si prosegue lungo la strada provincialeSP12, si supera un emporio dove è possibile rifornirsi anche di generi alimentari, un bar, e poco oltre si lascia la strada provinciale per risalire sulla sinistra (tratto del sentiero delle Chiesette Pedemontane), sempre su strada asfaltata. Dopo un breve tratto in salita si rientra nel prato alla propria destra e si prosegue attraversando un comodo ponticello sul torrente, si costeggia una vecchia villa e si rientra sulla strada provinciale per pochi metri. Si prosegue ora a sinistra (anello blu) entrando nel centro della frazione di Susin, per poi rientrare sulla strada provinciale. Poco dopo l’abitato il nostro percorso rientra sul prato a destra (Sentiero di S. Lorenzo), costeggiando per un lungo tratto la recinzione di una villa moderna fino a giungere alla omonima chiesa su rilievo panoramico. Si scende ora per strada asfaltata verso il centro del capoluogo, Sospirolo, dove è possibile trovare bar, edicola, ufficio postale e farmacia . Raggiunta Piazza Lexy, con ampio parcheggio, la si costeggia a sinistra in leggera discesa, si supera un parco giochi sulla destra e si rientra nel bosco su ampia strada in terra battuta, si scende per poco fino a risalire al bivio successivo verso sinistra. Raggiunto il termine della salita appare maestosa, sulla sinistra, la chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo apostoli. Si segue nuovamente la strada provinciale prendendo la direzione destra in discesa fino ad un bivio in località Rosolin, dove si prende sulla destra una stradina asfaltata che poco dopo diventa in terra battuta. La si segue interamente fino ad incrociare una strada comunale asfaltata che va seguita a destra. Si prosegue su strada asfaltata con direzione Camolino fino ad incrociare una successiva strada asfaltata che va presa a destra (possibilità di breve deviazione a sinistra per raggiungere in pochi minuti la Latteria di Camolino con vendita di prodotti locali) fino ad intravedere il ponte di Camolino sul torrente Mis. Lo si raggiunge prendendo direzione sinistra (sulla destra possiamo vedere lo storico ristorante Bacchetti). Una volta attraversato il ponte si segue la strada principale fino alla frazione di Gron, dove al primo incrocio sulla destra si lascia la principale per strada che poco dopo diventa di terra battuta e ci permette di raggiungere il sottopassaggio della provinciale e, una volta risaliti, in breve per strada asfaltata secondaria si giunge al punto di partenza in località Pra de la Melia