Cadini del Brenton

Cascatelle e specchi d’acqua a due passi dal lago - struttura ricettiva del PNDB

DA VEDERE
Rododendri e pini mughi che attorniano i laghetti, piante presenti in maniera anomala a basse quote (circa 400 m). Gli alberi di latifoglie si osservano invece, al contrario del solito, a quote più alte per il fenomeno dell’inversione di vegetazione dovuto al ristagno di aria fredda e umida nel fondovalle.

Lungo calde spiagge calcate dai dinosauri il Canal del Mis ha formato la sua anima di pietra, sbalzata poi in alto dalle scosse della Terra e in seguito tagliata in profondità dalle gelide acque dei ghiacciai. è una storia lontana e così unica nel complesso delle Alpi da far meritare a questa parte del territorio sospirolese il titolo “Patrimonio dell’Umanità” dato dall’Unesco alle Dolomiti.
Dino Buzzati l’aveva capito, incantato dallo spirito “enigmatico, intimo, segreto” che avvolge la valle, considerata di bellezza minore dal turismo di superficie solo perché distante dalle “trionfali alte valli dolomitiche”.
Eppure sempre di Dolomia si tratta, in strati sovrapposti che nella zona dei Cadìni del Brenton formano dei ripiani orizzontali leggermente inclinati verso monte, così da favorire la permanenza dell’acqua e la sua azione erosiva, anche grazie alle numerose fratture presenti nella roccia. Queste marmitte di evorsione, studiate per la prima volta dal geologo trentino S. Squinabol nel 1902, si sono formate per l’intensa azione erosiva del torrente Brenton, soprattutto quando trascina con sé ghiaia e sabbia ai piedi delle cascate e crea dei vortici. A questa azione meccanica si aggiunge anche l’azione chimica tipica del carsismo: la roccia carbonatica viene corrosa dall’acqua leggermente acida per la naturale presenza dell’anidride carbonica in essa disciolta.



Mappa GPX



Profilo altimetrico



Dati dell'itinerario

Lunghezza

3,2 Km

Durata

1 h

Dislivello

80 m D+

Discesa


Difficoltà



Difficoltà T

Sentiero turistico.


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